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La costruzione della nuova Chiesa Madre di Gratteri ebbe inizio nei primi dell’800 architettata dal concittadino Giacinto Zito per volere dell’arciprete Paolo Lapi, così come si legge in una delle due grandi lapidi commemorative poste all’ingresso della chiesa. L’edificio fu pensato per venire incontro ai bisogni spirituali della comunità la quale, agli inizi dell’Ottocento, subiva un certo incremento demografico tanto che le altre chiese non risultavano sufficienti per ospitare tutti i fedeli.
Dopo 30 anni di intensi lavori, nel 1854 la nuova Matrice fu consacrata all’Arcangelo Michele, mentre fu ufficialmente completata nell’anno di grazia 1900. La grandiosa costruzione fu fatta con il contributo e il sudore dei cittadini, uomini e donne, “viddani e galantuomini” che ogni domenica si riunivano e traportavano con i muli la pietra occorrente per la costruzione.
Fu per volere del Parroco del tempo che venne smantellato l’antico castello e parte delle mura perimetrale dell’antica roccaforte con la completa demolizione dei quartieri “di la Terra Vecchia”, “di la Porta Grandi” e “di Nostra Donna del Rosario”.
Oggi la sua imponente mole, sormontata da una grande cupola esagonale, su cui torreggia un poderoso serafino alato, raffigurante San Michele Arcangelo, dà l’impressione di un tempio di stile neo-classico. L’edificio risulta essere a pianta basilicale a croce latina a tre navate delimitate da dodici robuste colonne su cui poggiano i raffinati capitelli corinzi.