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La storia della famiglia Gatto di Gratteri e dei discendenti in America
La prima attestazione del cognome Gatto a Gratteri risale al 1835, proveniente da Montemaggiore Belsito. Era il 12 settembre del 1835 quando Francesco Gatto (figlio di Giuseppe e Angela Rifugiato) di anni 24, da Montemaggiore, professione bordonajo, alle ore 24:00 davanti a don Antonino Campagna Lanza, Sindaco di Gratteri, fece la solenne promessa di sposare Giuseppa Maria Mogavero (figlia di Antonino e Serafina Lazzara) di Gratteri.
Dalla loro unione nasceranno ben 8 figli: Giuseppe Santo (1836), Serafina (1838), Antonino (1841), Benedetto (1843), Angelo (1845, emigrato in America), Concetta (1846), Giacomo (1849, emigrato in America), Angela (1850). Nel 1849 il fratello Cruciano Di Francisca Gatto sposerà Concetta Giallombardo di Gratteri (figlia di Giuseppe e Santa Di Maria) da cui avrà 3 figli: Rosario (1852), Serafina (1855), Mara Santa (1857). Da questi avranno origine i diversi rami della famiglia Gatto di Gratteri, molti dei quali oggi residenti in America. La storia seguente è quella di Benedetto e dei suoi discendenti che, Oltreoceano, tramandano da generazioni i nomi dei loro stessi antenati originari di Gratteri.
Benedetto Gatto alias Iattarieddu sposò Giuseppa Maria Bonafede (fu Natale e Gesia Carò) da cui ebbe ben 11 figli nati in Via Bella/Via Calabrese. Alcuni tra questi furono registrati all’anagrafe con il cognome Gatto, altri, per errore, con il soprannome Gattarello, corretto in Gatto dall’Ufficiale dello Stato Civile del Comune di Gratteri nei primi del ‘900: Giuseppa Maria Gattarello (1869), Francesco Gatto (1871), Natale Gatto (1874), Giuseppe Gatto (1876), Rosario Gatto (1879), Giacoma Gatto (1882), Antonino Gattarello (1884), Gesia Gattarello (1886), Giovanna Gatto (1889) Sebastiano Gatto (1892) Rosario Gatto (1897). Purtroppo, 4 di loro (Giuseppa Maria, Rosario, Antonino e Sebastiano) morirono in tenera età, altri 5 emigrarono in America dagli zii Giacomo e Angelo; Giacoma invece sposò a Collesano.
Soltanto Francesco detto Ciccu (classe 1871) rimase a Gratteri, sposando Concetta D’Agostaro che gli donò 5 figlioli: Giuseppa (1904), Benedetto (1906), Nunzio (1909), Giuseppe (1912) e Antonino (1915). Tuttavia, nel 1918 la moglie morì di parto insieme al figlio che portava in grembo. Francesco, di professione contadino, era conosciuto in paese per essere un gran burlone, chiamato da tutti “u zu Ciccu Iattarieddu”.
Si racconta che una volta, mentre si recava in contrada Gattarelle recando un gatto in un sacco venne interrogato da alcuni Carabinieri che gli chiesero chi fosse, cosa portasse e dove andasse. Si dice che u zu Ciccu rispose con la parola “Gatto” a tutte e tre le domande tanto che gli uomini dell’ordine credettero di essere stati presi in giro da quel vecchietto.
In realtà il toponimo Gattarelle (per indicare le vette scoscese del massiccio della Prace, chiamate popolarmente timpi Iattarieddi) potrebbe essere considerato un prediale, dal nome del proprietario della terra in contrada Capo dell’acqua ai piedi di quella montagna (Gatto > Gattarello > Gattarelle: dal cognome, al soprannome, al prediale).
Natale Gatto (detto Nathan) classe 1874, emigrò a Brooklyn N.Y. dove sposerà la compaesana Giuseppina Cicero da cui ebbe 7 figli: Samuel (sposa Sedie), Lawrence (sposa Margaret), Anna (sposa Leo Cerruti), Josephine (sposa Thomas Cottone), Joseph (sposa Vera DeMaria), Benedict (ebbe Joseph Stephen padre di Benedict Joseph e Elaina), Estelle/Stella (sposa Robert Orifice), Gesia (1922, sposa in Cartelli).
Giuseppe Gatto (detto Pepe) classe 1876, emigrò per la prima volta nell’anno 1900 dal fratello Natale (38 Cherelbury St N.Y) con partenza da Napoli sulla Nave Archimede insieme ai compaesani Salvatore Chiaramone (22) e Vincenzo Barca (18). In quel viaggio portò con sé poche cose, tra queste anche la campana della sua mucca preferita per ricordargli la sua terra natale.
A Brooklyn Giuseppe sposò la cugina Giovannina Gatto (detta Nina, classe 1889) da cui ebbe 5 figli: Benedetto (1908-1908), Giuseppina (Josie, sposa Vincenzo Buttacavoli detto James), Robert (1910), Antonio (1911), Agnes (1917), Aurelio (1912-1912), Aurelio Lawrence (1919-1919), Oggi quella campana portata da Gratteri è diventata la campana antincendio dei pompieri di James N.Y.
Gesia Gattarello (che portava il nome della nonna materna) a 19 anni si imbarcò nel 1905 da Napoli sulla nave Konigin Luise, per andare dal fratello Natale (84 Joannes St. N.Y.). Con lei partirono con la stessa nave i compaesani Vincenza Bonafede (25), Antonino La Martina (39), Domenico Santino (22), Giacomo Mazzola (42), Maria Domenica Brocato (24), Giovanni Cascio (38), Fortunato Cirincione (14), Francesco Cirincione (18). Nel 1907 Gesia sposò il cugino Francesco Gatto (di Antonino) rettificando il suo cognome all’anagrafe del Comune di Gratteri da Gattarello a Gatto.
Giovanna Gatto emigrò nel 1905 all’età di 16 anni insieme ai fratelli Natale, Rosario, Giuseppe (84 James St. N.Y.). Sulla stessa nave chiamata Madonna partirono da Napoli i compaesani Francesco Sideli (21) e Antonio Culotta (21). A New York sposerà Vincent Fazio da cui ebbe Frances; Josephine; John e Rose.
Rosario Gatto emigrò a New York nel novembre del 1905 all’età di 7 anni insieme al fratello trentenne Natale e il cugino Francesco Gatto (che sposerà sua sorella Gesia). In America il suo nome viene modificato in Robert. A Mahnattan, nel 1921 sposerà Ann Di Maria (Antonina Di Maria, classe 1903 figlia di Rosario e Gioacchina Baudone di Gratteri). Dalla loro unione nasceranno Josephine (1922-2011, sposa Lindo Cione) e Jacqueline (1926-2018, sposa in Stellato).
Negli anni 30 fonda la Gatto Engraving di Brooklyn, società tipografica che fino agli anni 70 avrà diverse filiali in tutto lo stato di New York. In questa società trovarono impiego diversi italiani, tra i quali i numerosi emigrati gratteresi. Robert è tornato in vacanza a Gratteri diverse volte, l’ultima volta negli anni ‘60. Muore a Brooklyn nel 1979 ricordando ai propri discendenti di essere sempre orgogliosi delle proprie orogini.
Ricerche e costruzione di Marco Fragale
Informatori e foto: Santina Gatto, Paul Buttacavoli, Aleana Gatto