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Chiesa Santa Maria di Gesù e la tela del Borremans

La Chiesa di Santa Maria di Gesù ex moenia, chiamata comunemente Chiesa del Convento, è una delle più antiche del paese risalente addirittura al sec. XII. Secondo il Carandino essa fu fondata da Gilberto di Monforte intorno al 1150, e il Pirri aggiunge che essa sorgeva in mezzo ad un uliveto, fuori le mura dell’antico castello.

Alla Chiesa vi era annesso il Convento che dal 1500 fino al 1886, ha ospitato i Frati Minori Conventuali di San Francesco d’Assisi. Sui primi officianti invece, non si hanno notizie accertate, probabilmente Benedettini.

È certo però, che in detto convento, nei primi decenni del sec. XVI si formò P. Sebastiano Majo da Gratteri (n.1504), passato in seguito all’Ordine Cappuccino e celebre fondatore del Convento di Maria S.S. di Gibilmanna.

Padre Sebastiano fu sacerdote e mistico a cui apparve tante volte il Volto di Gesù coronato di Spine nell’Eucarestia, tanto che lo rappresentò in una tela, oggi custodita presso il Convento di Gibilmanna.

Fra Sebastiano Majo: mistico di Gratteri

Sia il prospetto della chiesa, sia il campanile, che ospita tre campane, sono di stile arabo-normanno; la torre campanaria di epoca medievale si conclude con una cuspide ottagonale circondata da quattro merli ai rispettivi angoli. Una delle campane riporta ancora la data del 1210.

Fino al 1921 il monastero era ancora intatto, con le sue cellette, i corridoi, magazzini e stalla, prima di essere in parte distrutto per ospitare la sede del Palazzo Comunale. Sulla parete esterna della chiesa si può osservare ancora una meridiana che scandiva il ritmo delle giornate dei frati all’interno dell’antico Chiostro conventuale.

La chiesa si presenta a navata unica suddivisa in due aree: quella riservata ai fedeli con un’unica volta a botte e quella a crociera, riservata al presbiterio. Le pareti sono decorate con motivi floreali, motivi geometrici e lo stemma francescano.

Il catino absidale ospita il simulacro settecentesco della Madonna Immacolata e sul lato sinistro dell’altare principale vi è un monumento mausoleo del 1634, appartenente alla storica famiglia dei Ventimiglia, alla cui contea apparteneva Gratteri.

Nella chiesa si conservano pregevoli opere d’arte come tele, sculture, paliotti, organo. In particolar modo spicca un dipinto settecentesco, raffigurante la Madonna degli Angeli con S.Elisabetta, firmata da Luigi Borremans, figlio del più noto fiammingo Guglielmo.

Meritano considerazione anche una piccola statuetta della Madonna col Bambino attribuita alla bottega di Domenico Gagini (sec. XV) e altre due opere dello stesso periodo: il PantoKratore (collocato nella facciata esterna) e l’acquasantiera in mostra nella bacheca espositiva della chiesa.

L’immagine miracolosa dell’Immacolata Concezione viene venerata ancora oggi con particolare fervore dalle donne gratteresi che recitano delle lodi e una antico canto della Salve Regina in dialetto.

Salve Regina all’Immacolata

Dio Vi salvi, o Regina,
E Matri Immaculata,
Di grazia riculmata
Assai abbunnanti.
A lu so primu istanti
Vui fustivu Cuncetta,
Fustivu sempri netta
D’ogni piccatu.
‘Ntra tuttu lu criatu
Vui sula preservata
Di colpa liberata
Originali.
‘Ntra tanti erruri e mali,
Chiancennu e lacrimannu,
Vegnu anni Vui gridannu
Pietà, o Maria.

Vui dati un sguardu a mia,
O Vergini pietusa,
O Matri, e Figlia, e Spusa
D’un Diu putenti.
Vi pregu veramenti
Di farmi perdonari,
Nun vogliu cchiù piccari,
Datimi aiutu.
Faciti lu pintutu
Finissi l’urtim’ura,
O Matri, o gran Signura
O mia Avvocata.
Così sarà purtata
In cielu ‘st’arma mia,
ludannu a Vui, Maria
Immaculata (2volte).

Bibliografia:

Carandino B., Descriptio totius ecclesiae Cephaleditanae, 1592.
Pirri R., Sicilia Sacra, 1641.
Scelsi I., Gratteri, storia, cultura, tradizioni, 1981.
Scileppi S., Vita Ecclesiale a Gratteri, Ed. Tip. Le Madonie, 2009.
Terregino G., Frammenti storici ed evocativi dell’elmo castellare di Gratteri, Ed.Tip.Le Madonie, 2006.