Il tuo carrello è attualmente vuoto!
Il ritrovo è previsto in Piazzetta Ponte Silvio, dove, proprio sotto ai vostri piedi scorre un piccolo torrente, il Crati, oggi coperto dalla strada. Davanti a voi la Salita Orologio che, fino all’anno 1900, portava il nome di Via dei Saraceni.
Fu lì che si insediarono gli Arabi fondando il loro quartiere, ai piedi del castello – probabilmente di epoca bizantina – che essi chiamavano di Hottirisch, forma arabizzata di Qratiris definendolo “piccolo ma [signoreggiante un territorio] ubertoso” (Edrisi, Op. cit., in Amari M., Biblioteca arabo sicula, vol. I, Ermanno Loescher ed., Torino e Roma 1880, p.115).
Dalle notizie riportate dagli storici arabi Bauijan e Inb-Hawqal – poi ampliate dall’Amari – risulterebbe infatti che Gratteri, insieme a Cefalù, Brucato e Marineo furono espugnate dai Saraceni verso l‘835-838 (Amari M., Storia dei Musulmani in Sicilia, F. Le Monnier, Firenze 1858).
E lo storico Rosario Gregorio, nel racconto delle gesta arabe in Sicilia, riprendendo Edrisi (V, 115), lo cita pure con lo stesso appellativo: “A Kalat Asserat (nome arabo di Collesano) ad Cefaludi via maritima VIII, atque his inter jacet castellum Hottirisch” (cfr. Da Collesano per via mare a Cefalù e da qui a 8 miglia è situato all’interno il Castello di Gratteri – Gregorio R., Historiam Siculam, Palermo, Regia Tipografia, 1780).
La parte più antica del caseggiato quindi – con una struttura a forma di anfiteatro – sorse proprio nel periodo della dominazione araba ed è caratterizzata da case circolari costruite sulla roccia che si possono notare ancora nella parte più antica dell’abitato.