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L’incredibile storia di Vincenzo Di Francesca, pioniere della chiesa dei Mormoni
L’incredibile storia di un emigrato gratterese a New York, pioniere della Chiesa dei Mormoni
Questa è la storia di un ragazzo gratterese, Vincenzo Di Francesca, emigrato in America nel 1905 a soli 17 anni, che – grazie al ritrovamento di un libro su di un barile di ceneri a New York nel 1910 – è considerato oggi uno dei più importanti pionieri della nascita della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, comunemente nota come Chiesa mormone che attualmente comprende più di 16 milioni di membri in tutto il mondo.
Nato a Gratteri il 23 settembre 1888, Vincenzo Di Francesca aveva studiato religione fino al 1905. Quell’anno, suo fratello Antonino, che viveva a New York, lo invitò in America a frequentare un seminario, per poi divenire lui stesso pastore nella cappella italiana di Brandi:
“I miei genitori erano Giuseppe Di Francesca e Marianna Di Maria, entrambi nati in questa città (Gratteri) di buon tempo, e si sposarono in giovane età. Il 22 febbraio 1893 mia madre morì lasciando orfani i figli Giuseppina, Antonino, Vincenzo, e noi restammo affidati alle cure dei suoi genitori, Maria e Antonino Di Maria. Il 20 ottobre 1893 mio padre si risposa in seconde nozze con Giovanna Giallombardo e da questo matrimonio nacquero altri due figli, Sara e Giacomo.
Il 26 settembre 1895 iniziai a frequentare la prima classe elementare, Scuola Statale, e così negli anni 1896 la seconda, 1897 la terza, 1898 la quarta e 1899 la quinta. Durante il doposcuola in tutti questi anni mio nonno Antonino volle che io ricevessi lezioni private di religione da un insegnante Salesiano, un certo Vincenzo Serio, suo cugino, che mi spiegò a leggere con enfasi sul Vecchio e Nuovo Testamento; ed ebbi così gran successo in tutte le lezioni che alla fine mi promosse con queste parole: “Sei benedetto!”
Il 3 novembre 1900 fui ammesso a frequentare la prima classe del Ginnasio nel Ginnasio Laico-Clericale della città di Cefalù, dove studiai religione fino al 2 luglio 1905. Il 20 settembre 1905 mio fratello Antonino, allora residente nella città di Nuova York, U.S.A., mi invitò a trascorrere da lui le vacanze dal Seminario ed io, a circa 17 anni, ottenni un posto di seconda classe sul Vapore “Città di Napoli” e sbarcai nel porto di Nuova York il 12 ottobre 1905.
A casa, il primo giorno feci amicizia con un amico di mio fratello, un Pastore Metodista di nome Ariel Dibellon, Cappella italiana di Brandi. Divenni presto insegnante in quella congregazione, e per i miei meriti il Venerando mi propose di frequentare il Corso Evangelico su entrambi il Vecchio ed il Nuovo Testamento presso il Knox College di Nuova York, dove ottenni il diploma di Pastore, con grande onore, il 24 novembre 1909”. […].
(Una lettera, scritta da Vincenzo Di Francesca a Leavitt Christensen, Presidente del Distretto Italiano della Missione Svizzera. Trascrizione e Prefazione di Dan Knudsen – Traduzione e Premessa di Renato Marini).
Nel racconto pubblicato su Ensign, Vincenzo Di Francesca spiegò che una fredda mattina di febbraio del 1910 mentre camminava lungo le strade di Broadway vide un libro che giaceva su un barile ricoperto dalla cenere, le cui pagine venivano spostate dal vento forte del mare aperto. Incuriositosi, prese il libro e lo sbatté contro il barile per eliminare le ceneri. Notò che era stato stampato in inglese, ma che il frontespizio era stato strappato via.
“Nel febbraio 1910, in una freddissima mattina della prima metà del mese, il custode della Cappella Italiana mi portò un biglietto del mio collega Anziano Scarillo, nel quale mi informava che era a letto, ammalato d’ influenza, e mi pregava di recarmi al suo domicilio, in fondo alla Quinta Strada, per ricevere delle istruzioni in merito ad una pratica urgente dei Protonotario, ed istruirli.
Così feci, e mentre camminavo sul marciapiede destro di Broadway, verso la Batteria di Nuova York, ed esattamente davanti alla porta della “House of the Mariner”(La Casa del Marinaio) dove adesso c’é il grattacielo della Singer Machine Company, la forte brezza del Vento del Mare che veniva dal mare aperto mosse le pagine di qualcosa che sembrava un libro gettato su un barile pieno di ceneri, pronto per essere sepolto nell’automezzo della spazzatura del Comune.
Il formato delle pagine e la forma del dorso su cui stavano rilegate mi dette l’idea che fosse un libro religioso e la curiosità mi spinse ad avvicinarmi per vedere di poter leggere la stampigliatura. Appena lo guardai mi accorsi che era un libro religioso e lo raccolsi e lo sbattei conto il bordo del bidone. Cercai il frontespizio ma vidi che era stata strappato.
La furia del vento faceva voltare fra le mie mani le pagine, ed io potei leggere frettolosamente Alma, Mosia, Mormon, Moroni, Isaia, Lamanita, nomi che in vita mia non avevo mai sentito nominare e, sia per la fretta di proseguire, sia per il freddo che mi gelava il viso, avvolsi quel libro sporco nel giornale che avevo comperato al palazzo delle Poste Centrali, e proseguii il cammino verso la casa del mio collega Scavillo. […]
La lettura di quelle pagine lasciò nella mia memoria come un forte magnete che mi attirava a leggere e rileggere, di nuovo e di nuovo, e mi rimase impresso che avevo davanti a me il Vangelo del Meridiano dei Tempi, e ritenni molto appropriato dire che si trattava del quinto Vangelo del Redentore”.
Dopo aver ricevuto l’esperienza spirituale dalla lettura del versetto in Moroni, continuò il suo servizio nella parrocchia, fino a quando, censurato da un comitato della parrocchia, gli fu ordinato di bruciare il libro. Tuttavia, lui si rifiutò di farlo e nel novembre del 1914 fu chiamato nell’esercito italiano e destinato in Francia.
“Il 27 novembre 1914 il Consolato Italiano di Nuova York mi chiamò alle armi assieme alla mia classe di leva di truppa 1888, e mi imbarcai per l’Italia sul vapore “Earl White Hand”, sbarcai nel porto di Napoli e venni incorporato nel 127º Reggimento di Fanteria nella città di Firenze, in qualità di soldato semplice, ed effettivo presso la 10ª compagnia; poi passai alla Compagnia Comando.
Il 24 maggio 1915 venni messo in mobilità e fui mandato al fronte delle operazioni di combattimento, in trincea, a Pava, Zagora e Zagoni, e seguii tutta la follia degli attacchi, giorno e notte, del Reggimento, vivendo ore di pericolo di morte, ed ogni sorta di sofferenze della guerra, in trincea e sul campo.
Il 5 agosto 1916 venni denunciato dal Cappellano Apostolico Romano del Reggimento al Colonnello Comandante per disfattismo, poichè avevo raccontato la storia del popolo di Ammon che rifiutò di combattere e seppellì le armi a testimonianza che non le avrebbero mai più usate, e se i Lamaniti fossero andati contro ai Lamaniti che rifiutavano di imbracciare le armi e li avessero distrutti, essi sarebbero andati presso Dio e sarebbero stati salvati […]
Alla fine della guerra tornò a New York, dove fu ammesso alla sua ex congregazione come membro laico. Fu mandato in Australia, dove, predicando ad alcuni immigrati italiani, insegnò nuovamente dal Libro di Mormon, ancora non conoscendo il nome del libro. Fu riportato al sinodo e di nuovo tagliato fuori dalla chiesa. Nel maggio del 1930, mentre stava cercando qualcosa in un dizionario francese, vide la voce “Mormon”.
Da quel momento, egli trovò informazioni sufficienti per scrivere al presidente della Brigham Young University di Provo, Utah. La sua lettera fu trasmessa al presidente della Chiesa Heber J. Grant. In seguito gli furono mandate alcune informazioni e, infine, riuscì a conoscere di più sulla Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni. Nel 1956, ricevette la sua dotazione nel tempio svizzero a Berna.
Vincenzo Di Francesca non si sposò mai. Tornò in Sicilia dove visse fino alla sua morte con la sorella a Gratteri, la quale organizzò un funerale cattolico per lui, poi raccolse gli effetti personali e li diede ai missionari della Chiesa di Gesù Cristo, che li hanno passati al presidente di missione. Alcuni di questi, incluso quello che si suppone, la copia del Libro di Mormon che trovò nel 1910 a New York City, furono trasmessi agli archivi della Chiesa di Salt Lake City.
Milioni di Santi degli Ultimi Giorni si sono avvicinati alla straordinaria storia di conversione di Vincenzo Di Francesca attraverso il film commissionato dalla Chiesa nel 1987: “Un bene prezioso: il Libro di Mormon” (How Rare a Possession: The Book of Mormon).